Decima puntata del blog di Visnovo e finalmente arriviamo alla Gamification. Che cos’è direte voi, beh dopo avervelo accennato nell’ultimo reel, cerchiamo ora di spiegarlo con più precisione.
Read more: Gamification: il nuovo trend del 2024Gamification e Web Design
Abbiamo costruito il nostro nuovo sito partendo dall’idea che ognuna delle nostre commesse fosse assimilabile ad una quest di Dungeons & Dragons. Siamo partiti dall’idea che le nostre diverse skills avrebbero potuto formare una compagnia adatta ad affrontare le impervie paludi della comunicazione digitale post pandemia e nel farlo abbiamo per forza attinto a quel background da gamer che il nostro team condivide profondamente.
Non potevamo quindi non parlarvi della gamification, e cioè l’inserimento di meccaniche di gaming all’interno di processi che originariamente non ne prevedevano l’utilizzo. Dall’istruzione alla comunicazione, dopo l’esplosione del mondo dei videogiochi anche grazie alla reclusione pandemica, sembra che tutto sia “gamificabile”, e cioè reso adatto ad accogliere coinvolgenti e dinamiche meccaniche di gaming.
Questo è in parte vero, ma per il momento concentriamoci sul perché ve ne stiamo parlando. Per noi è il web design il luogo in cui sviluppare la nostra passione nerd per i videogiochi, settore nel quale ci sentiamo abbastanza formati e che offre sfaccettature davvero interessanti. Nella costruzione di un sito web è possibile inserire meccaniche di gaming che rendano la user Experience più coinvolgente e interattiva, offrendo all’utente un motivo per investire il proprio tempo sul sito che abbiamo costruito.
Abbiamo spesso parlato di hub condiviso riferendoci a qualsiasi sito che abbiamo costruito perché per noi non sono altro che questo: luoghi in cui fondere il digitale e il reale, annullando le distanze e permettendoci di mostrarci al mondo comodamente dalla sedia della nostra scrivania. Tutto bellissimo, ma cosa sarebbe un hub condiviso senza un po’ di divertimento?
Dal party al gaming
Immaginate una grande sala in cui far venire tutti coloro che devono per forza conoscere il vostro brand. L’avete costruita alla perfezione, avete scelto i colori dei festoni e delle decorazioni, avete preparato il buffet e tanti contenuti per addolcire la serata, spedito gli inviti, intessuto relazioni con tutti coloro che potrebbero essere interessati a ciò che fate e poi, nel bel mezzo della festa, quando tutto sembra andare per il meglio vi accorgete di esservi dimenticati di organizzare qualcosa che coinvolga i vostri avventori, che li trattenga lì più a lungo che per un semplice cocktail di benvenuto.
Bene, la gamification – quando in target con l’anima del sito – è esattamente questo. L’inserimento di meccaniche di gaming all’interno di un sito web che rendano più coinvolgenti azioni che normalmente non avrebbero bisogno di una meccanica nuova per essere compiute. In quest’ottica sarà possibile rendere il sito interattivo, aumentare il coinvolgimento degli utenti, incrementare il tempo di permanenza sulle diverse pagine e dare un motivo per investire la valuta più preziosa che abbiamo, il tempo, nel nostro brand: il coinvolgimento emotivo.
Attraverso questa apparentemente semplice ricetta sarà quindi possibile sfruttare meccaniche esistenti nel mondo florido dei videogiochi per rinnovare comparto grafico e tecnico dei siti web che lo permettono, donando nuove frontiere da esplorare e nuovi limiti da superare.
Dati e pandemia
Se fino a questo momento vi abbiamo raccontato la gamification in modo narrativo, passiamo ora al perché essa sia uno dei nuovi trend che il 2023 ci ha lasciato in eredità. Per farlo dobbiamo tornare indietro a marzo 2020, quando tutto il mondo sembrava andare incontro ad una catastrofe senza fine. La claustrofobia chiusura nelle proprie case ha dato vita alla necessità di collegamenti alternativi con le altre persone, forme di svago che distrassero la mente da una situazione surreale. Proprio in un momento simile i videogiochi trovarono nuova linfa non solo nelle giovani generazioni – che potevano comunicare con amici e sconosciuti attraverso le console – ma anche quelle più attempate, che riscoprirono il piacere di sfide da salotto.
Fu così che al tramonto del 2020 solo nella nostra penisola l’industria videoludica compì un balzo di 21,9 punti percentuali rispetto al 2019 con un fatturato pari a 2.179 miliardi di euro. Da quel momento la crescita è continuata, attestandosi su 2.3 miliardi sul finire del 2023.
Una simile crescita repentina ha contribuito a diffondere nuovamente le meccaniche del gaming all’interno delle vite quotidiane delle persone, facendo si che fosse implicito nella trasformazione delle interazioni digitali che tali meccaniche sarebbero diventate fondamentali anche in altri comparti inizialmente estranei al gaming.
La gamification ha quindi inondato ogni settore della vita quotidiana, rendendo anche la ricerca del lavoro un concorso a premi in cui il tempo impiegato sulla piattaforma e il completamento delle schede di presentazione offrono ricompense in pieno stile videoludico. Se vi state chiedendo di cosa stiamo parlando beh, provate a fare un giro su LinkedIn, occupandovi attivamente del vostro profilo: ci saranno diverse meccaniche di “gioco” che vi verranno a trovare, facendovi comprendere come ogni cosa, potenzialmente, può nutrirsi di quelle meccaniche.
Problematiche e conclusioni della gamification
Ma attenzione: non sempre l’applicazione della gamification è un bene. Rimanendo nel campo del web design ad esempio, il brand preso in considerazione potrà usufruire delle meccaniche da gaming solo se coerenti con il proprio Tone of Voice, con i propri obiettivi, il proprio target e con la propria mission originale, oltre che con tutta la comunicazione costruita ad hoc intorno al sito web. Ne consegue che non tutti i brand siano adatti alla gamification, ed è per questo che bisognerà studiare attentamente i propri obiettivi prima di chiedere al vostro web design di inserire un badge ricompensa per coloro che sceglieranno la borsa nera sul vostro e-shop.
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