Oggi parliamo di piano editoriale: perché è importante farlo? Chi lo stila? E soprattutto, cosa bisogna inserirci dentro? Tutte domande lecite, che ruotano intorno alla necessita di averne uno.
Piano editoriale: perché è importante?
Pianificare, organizzare, programmare. Tutti verbi che all’infinito ci restituiscono un concetto ancor più importante: il tempo. Un piano editoriale, per qualsiasi realtà lo si organizzi, è prima di tutto importantissimo per la gestione del tempo. Tramite la sua creazione è possibile decidere in anticipo che cosa pubblicare, quando farlo, come farlo e con che cadenza, riuscendo a gestire al meglio la risorsa più importante che abbiamo.
Ma a chi serve un piano editoriale? Tornando all’importanza di questo strumento, ogni realtà che oggi si affaccia al digitale avrebbe necessità di stilare un piano editoriale. Si, il condizionale è d’obbligo perché non tutti pensano sia necessario, non comprendendo quanto sia essenziale per capire innanzitutto sé stessi.
Uno strumento per comprendere il proprio brand
Troppo filosofici? Ci spieghiamo subito, tranquilli. Un piano editoriale è la bussola di ogni brand, azienda, attività o sito che si rispetti. Ci offre la possibilità di mettere a fuoco gli obiettivi che si vogliono raggiungere con le pubblicazioni, il Tone of Voice con cui presentarsi al pubblico, gli argomenti cardine della nostra attività, la cadenza con la quale si vuole essere presenti online e il target a cui rivolgersi.
Queste cinque grandi colonne sono la base per ogni piano editoriale che si rispetti; esse ci permettono di orientarci tra il mare magnum di pubblicazioni possibili, e devono essere integrate dalle strategie grafiche che il brand ha preso in sede di costituzione della propria identità.
Se vuoi saperne di più riguardo la brand identity aspetta l’articolo che stiamo preparando appositamente per le feste!
Come costruire un piano editoriale
Tornando al piano editoriale e oltrepassando i cinque pilastri di cui deve occuparsi, arriviamo alla strutturazione vera e propria di questo strumento. Sono sei gli step che un caporedattore – normalmente è questa la figura che si occupa di creare i piani editoriali – affronta:
- Analisi del brand
- Studio dei competitor
- Fissare gli obiettivi da raggiungere e il tempo necessario
- Selezionare il target a cui rivolgersi
- Creazione del calendario
- Analisi dei dati a cadenza regolare
Ognuno di questi step è fondamentale, necessario per ottenere un piano editoriale completo e funzionale; analizziamoli uno ad uno.
Step by step
L’analisi del brand è essenziale per comprenderne gli obiettivi e il Tone of Voice con il quale comunicare la propria identità. L’analisi si può svolgere in diversi modi, il principale tra questi è sicuramente entrare in relazione con il personale che se ne occupa per comprenderne l’essenza ultima. Una volta analizzato il brand e compresi gli obiettivi con i quali è nato, si passa allo studio dei competitor.
Un’analisi ben eseguita offre spunti immediati sui competitor del brand di riferimento, permettendoci di comprendere dove inserire la nostra comunicazione e come renderla unica. L’obiettivo in questo caso è darsi un tono unico, puntando alla strutturazione di contenuti che si allontanino dalle modalità con cui i competitor sono soliti parlare degli stessi argomenti a noi cari.
Scelto il modo in cui differenziarsi rispetto ai competitor è ora necessario scegliere il target di riferimento a cui rivolgersi. In questo caso non saranno solamente i nuovi clienti o il nuovo audience ad interessarci, ma soprattutto coloro che sono già legati al brand e che vogliono sempre più contenuti.
Studiati i competitor e profilato il target a cui rivolgersi arriviamo a due step che hanno a che fare con il tempo, partendo dalla organizzazione del raggiungimento degli obiettivi. Se nell’analisi del brand si è già scelto quali siano gli obiettivi fondamentali del piano editoriale, non resta che darsi dei tempi corretti per raggiungerli passo dopo passo. Questa fase è fondamentale per permetterci di ottenere la soddisfazione del cliente senza esagerare con l’ottenere risultati troppo in fretta. Anche qui, il tempo dedicato al lavoro risulta importantissimo per ottenere i risultati sperati.
In ultima istanza giungiamo alla creazione del calendario e all’analisi dei dati a cadenza regolare. Se del calendario parleremo nel prossimo paragrafo, l’analisi dei dati è importante per capire cosa funziona del piano editoriale stilato e cosa invece va cambiato per ottenere risultati ancora migliori!
Piano editoriale: cosa inserirci
Ultimo step di questa micro guida per principianti di piani editoriali: cosa inserire al suo interno? Un foglio excel condiviso con i collaboratori e con i responsabili può bastare come primo approccio (non vi indicheremo le numerose app dedicate a questo strumento per ora) e al suo interno sarà importante inserire:
- Data di consegna del contenuto
- Data di pubblicazione del contenuto
- Titolo
- Autore
- Tag e categoria
- Copy
- Fonti eventuali e note aggiuntive
In questo modo avete tutti i fondamentali per capire perché un piano editoriale sia così importante al giorno d’oggi. L’organizzazione del tempo, la gestione delle risorse, la condivisione degli obiettivi e l’utilizzo di uno stesso Tone of Voice è fondamentale per dare un’immagine coerente e uniforme del brand con cui si sta lavorando. Un piano editoriale risulta quindi essenziale per un aspetto a noi molto caro: la gestione del tempo e la serenità del team di lavoro. Quando si sviluppa un piano editoriale l’obiettivo principale è quello di rendere tutto il team edotto riguardo le scadenze, l’organizzazione e gli obiettivi da raggiungere. Fatta questa cosa, tutto sarà più facile, quanto meno in termini di stress!
In conclusione, noi a Visnovo ci occupiamo anche di stesura di piani editoriali (pensate un po’ eh). Se hai quindi qualche dubbio o vuoi confrontarti con noi per il tuo progetto, non aspettare oltre e passa dal blog all’email!
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